LA COMPETENZA, ASSET IMPRESCINDIBILE PER ESSERE CONCORRENZIALI
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Il panorama italiano nel settore degli impianti complessi per la trasformazione delle materie plastiche.
La competenza al comando: un refrain che arriva da lontano, invocato dall’industria verso la politica e acclamato dai cittadini per cercare di avere risposte a problemi complessi legati anche alla pandemia.
Non solo un appello a lasciar prendere decisioni importanti al sistema Italia e a chi ne ha le competenze, ma una reale esperienza che spesso si vede nel mondo del lavoro e dell’impresa portare risultati ottimi. Diventando così un modello imprescindibile per un mercato sempre più complesso e per altrettanto complicati rapporti tra istituzioni, investimenti di denaro pubblico (recovery fund, in primis) e politica dei territori.
L’Industria italiana delle materie plastiche, in particolare quella legata alla trasformazione di imballaggi, è un esempio virtuoso di come la competenza abbia potuto lanciare un vero e proprio distretto industriale, con eccellenze (costruttori di impianti e trasformatori produttori di packaging all’avanguardia) distribuite su tutto il territorio italiano e con riconoscimento di marchi di eccellenza a livello europeo e mondiale.
Questa mia personale opinione è determinata dalla conoscenza diretta e approfondita di tutto il tessuto industriale, sia sul versante delle capacità intellettuali ed organizzative dei produttori d’impianti (inclusi quelli del settore del converting), sia su quello della forza innovativa delle manifatturiere degli imballi. E mi permette di sottolineare quanto ad oggi - nel 2021 – ancora moltissimo ci sia da fare nel sostegno alle molteplici potenzialità dei produttori di imballi che oggi più di ieri hanno bisogno di fornitori / costruttori al top.
Nel settore dei costruttori ci sono storie incredibili, straordinarie per avere raggiunto obiettivi di grande performance. Sono storie che parlano di famiglie italiane con veri capitani d’impresa e con i loro collaboratori d’eccezione.
Ci ho lavorato insieme per molto tempo e ne ho colto le loro prerogative principali: tenacia, perseveranza, intraprendenza, anticonformismo e grande dinamicità, chiaramente abbinate ad un Dna intriso di voglia d’innovazione.
Voglio ricordare alcuni nomi, tra i molti di cui è disseminato il mercato dei costruttori, con le cui competenze sono cresciute le singole aziende e l’intero comparto - con alcuni ho avuto modo di collaborare, in varie forme:
- l’incredibile acume commerciale dei Gotti nella termoformatura e soffiaggio, ai vertici di un settore dove i tedeschi rappresentano la massima espressione della loro potenza;
- la lungimiranza dei Milani, soprattutto nel riciclaggio;
- i progetti a largo respiro con i Previero;
(tenendo conto che, tuttora, proprio le due aziende che fanno capo alle famiglie menzionate sopra si spartiscono gran parte delle commesse su impianti futuristici top di gamma nel riciclaggio)
- la tenacia dei Bugatti nell’iniezione;
- le idee tecniche innovative dei Bandera per sdoganare il mondo del PET e l’essere diventati un riferimento assoluto nell’agricolo;
- la favola dell’highlander Macchi con un marchio conosciutissimo a livello mondiale;
- le scelte, in anticipo su tutti, d’internazionalizzazione dei Piovan che hanno portato la loro azienda a livelli da multinazionale top;
- la dinamicità dei Caccia nel creare alleanze e sinergie;
- l’incredibile livello tecnologico dei Comerio che ci rammentano come il comparto della plastica sia anche gomma, dove gli italiani parlano spesso la stessa lingua delle top multinazionali giapponesi loro clienti;
- le novità continue dei fornitori di servizi ed attrezzature accessorie sviluppate dalle famiglie Anceschi, Grassi e Martena;
- i Fare’ e la loro arte nelle fibre sintetiche nobili, fiore all’occhiello dell’industria della moda e in grado, nei mesi della pandemia, di produrre anche il meltblown per le mascherine;
- l’innovazione e la forza commerciale del Moltrasio delle soffiatrici a testa d’accumulo;
- infine, non dimentico le fortissime realtà manageriali nel mondo delle macchine da stampa e di accoppiamento come Uteco e Nordmeccanica che hanno la maggior parte della clientela internazionale nel mondo della trasformazione della plastica proprio del packaging e sono marchi globali.
Sono tutti accomunati da creatività, spirito organizzativo e coraggio per affrontare le sfide sui mercati internazionali. Soprattutto hanno la competenza, una prerogativa strettamente necessaria a mantenere il business competitivo nel settore della trasformazione delle materie plastiche.
Si tratta di aziende cresciute negli ultimi 50 anni fino a divenire di dimensioni medie. Questo è forse uno dei limiti dell’industria italiana: non riuscire a sviluppare dimensioni tali da essere super competitiva anche a livello mondiale.
Perché il mercato è concorrenziale. Quanto? Tanto concorrenziale.